Quello di oggi è il post numero 100 de La Settima Arte: un traguardo che sembrava lontanissimo poco più di un anno fa, quando iniziai questa fantastica avventura di blogger. Spero che con questi post sia riuscito a trasmettere almeno una piccola parte della mia passione per il cinema.
Dopo questa breve introduzione "autocelebrativa", passiamo a Dorian Gray
Oliver Parker porta sul grande schermo l'undicesima versione de Il ritratto di Dorian Gray, l'unico romanzo di Oscar Wilde, e lo fa esaltando l'aspetto più dark della storia, rileggendola quasi in chiave horror.
Dorian Gray (interpretato da Ben Barnes, noto per essere stao il Principe di Caspian ne Le Cronache di Narnia) è un giovane bello, che ha da poco ereditato una fortuna da suo nonno : giunto a Londra ha la sventura di conoscere Henry Wotton (un Colin Firth sempre perfetto, specie quando deve interpretare personaggi inglesi), un aristocratico cinico (che molto somiglia proprio ad Oscar Wilde) che divide le persone in due categorie, le belle e le brutte. Secondo il suo modo di vedere, le persone belle hanno il mondo nelle proprie mani e sono libere di godersi la vita in ogni modo. E proprio questo sarà il messaggio che più di tutti Wotton trasmetterà a Dorian: "sei bello, sei giovane, puoi permetterti tutto". La bellezza di Dorian si rispecchia in un ritratto fatto da un suo amico pittore (Ben Chaplin), ritratto che incanta chiunque lo ammiri. Proprio nel contemplare il proprio ritratto, Dorian dichiara di essere disposto a vendere la propria anima pur di rimanere sempre bello e giovane. In una sorta di maleficio, Dorian si accorgerà che il suo aspetto non muterà con il tempo, ma al contrario il suo ritratto ( o per meglio dire il ritratto della sua anima) continuerà a mutare, deturpandosi orrendamente, così come l'animo di Dorian, devastato dalla nuova vita che quest'ultimo a deciso di vivere, fatta di vizi e di peccati. Ma vendere la propria anima, si sa, costa caro......
In questo film, Parker si conferma un conoscitore appassionato di Oscar Wilde (ha già diretto la trasposizione cinematografica di Un marito ideale e L'importanza di chiamarsi Ernest), rispettando in grandi linee l'opera dell'autore inglese (pur ritagliandosi qualche libertà) e sapendola rileggere in modo del tutto originale. Personalmente ho apprezzato molto il taglio quasi horror usato dal regista, le tinte scure onnipresenti, l'atmosfera da brividi che aleggia per tutto il film (la visione in Italia è vietata ai minori di 14 anni). Basta ricordare che la storia è ambientata nella Londra di fine Ottocento, la Londra Vittoriana in cui era sconsigliato aggirarsi nei bassifondi, la Londra di Jack lo Squartatore (il primo serial killer della storia), e devo dire che l'atmosfera di quei tempi viene rappresentata egregiamente dal regista.
Ben Bernes rappresenta un ottimo Dorian Gray, simile a quello rappresentato sui libri per bambini, anche se a mio avviso non proprio quell'icona di bellezza che richiederebbe il personaggio.
Molto bravi anche Colin Firth, perfetto aristocratico vittoriano, a tratti diabolico, e Ben Chaplin, nei panni dell'artista omosessuale che dipinge il ritratto di Dorian Gray.
Il trailer:
Pensandoci bene, questo è il secondo (dopo Parnassus ) di una serie di post in cui la città di Londra fa da sfondo alle storie raccontate nei film, e nel mese di Dicembre, complici le uscite di alcuni film, ci saranno almeno altri due post in cui Londra sarà protagonista...
In attesa dei prossimi post, se, come me, amate la capitale inglese, vi consiglio un bel tuffo nel blog Londra solo andata, dove Neverland vi accompagnerà per le strade di una città incredibile.
Dopo questa breve introduzione "autocelebrativa", passiamo a Dorian Gray
Oliver Parker porta sul grande schermo l'undicesima versione de Il ritratto di Dorian Gray, l'unico romanzo di Oscar Wilde, e lo fa esaltando l'aspetto più dark della storia, rileggendola quasi in chiave horror.
Dorian Gray (interpretato da Ben Barnes, noto per essere stao il Principe di Caspian ne Le Cronache di Narnia) è un giovane bello, che ha da poco ereditato una fortuna da suo nonno : giunto a Londra ha la sventura di conoscere Henry Wotton (un Colin Firth sempre perfetto, specie quando deve interpretare personaggi inglesi), un aristocratico cinico (che molto somiglia proprio ad Oscar Wilde) che divide le persone in due categorie, le belle e le brutte. Secondo il suo modo di vedere, le persone belle hanno il mondo nelle proprie mani e sono libere di godersi la vita in ogni modo. E proprio questo sarà il messaggio che più di tutti Wotton trasmetterà a Dorian: "sei bello, sei giovane, puoi permetterti tutto". La bellezza di Dorian si rispecchia in un ritratto fatto da un suo amico pittore (Ben Chaplin), ritratto che incanta chiunque lo ammiri. Proprio nel contemplare il proprio ritratto, Dorian dichiara di essere disposto a vendere la propria anima pur di rimanere sempre bello e giovane. In una sorta di maleficio, Dorian si accorgerà che il suo aspetto non muterà con il tempo, ma al contrario il suo ritratto ( o per meglio dire il ritratto della sua anima) continuerà a mutare, deturpandosi orrendamente, così come l'animo di Dorian, devastato dalla nuova vita che quest'ultimo a deciso di vivere, fatta di vizi e di peccati. Ma vendere la propria anima, si sa, costa caro......
In questo film, Parker si conferma un conoscitore appassionato di Oscar Wilde (ha già diretto la trasposizione cinematografica di Un marito ideale e L'importanza di chiamarsi Ernest), rispettando in grandi linee l'opera dell'autore inglese (pur ritagliandosi qualche libertà) e sapendola rileggere in modo del tutto originale. Personalmente ho apprezzato molto il taglio quasi horror usato dal regista, le tinte scure onnipresenti, l'atmosfera da brividi che aleggia per tutto il film (la visione in Italia è vietata ai minori di 14 anni). Basta ricordare che la storia è ambientata nella Londra di fine Ottocento, la Londra Vittoriana in cui era sconsigliato aggirarsi nei bassifondi, la Londra di Jack lo Squartatore (il primo serial killer della storia), e devo dire che l'atmosfera di quei tempi viene rappresentata egregiamente dal regista.
Ben Bernes rappresenta un ottimo Dorian Gray, simile a quello rappresentato sui libri per bambini, anche se a mio avviso non proprio quell'icona di bellezza che richiederebbe il personaggio.
Molto bravi anche Colin Firth, perfetto aristocratico vittoriano, a tratti diabolico, e Ben Chaplin, nei panni dell'artista omosessuale che dipinge il ritratto di Dorian Gray.
Il trailer:
Pensandoci bene, questo è il secondo (dopo Parnassus ) di una serie di post in cui la città di Londra fa da sfondo alle storie raccontate nei film, e nel mese di Dicembre, complici le uscite di alcuni film, ci saranno almeno altri due post in cui Londra sarà protagonista...
In attesa dei prossimi post, se, come me, amate la capitale inglese, vi consiglio un bel tuffo nel blog Londra solo andata, dove Neverland vi accompagnerà per le strade di una città incredibile.