Per favore non chiamatelo film western.
Sosteneva Sergio Leone: "In fondo Giù la testa che cos'è? E' un film politico? Un film comico? Un film farsesco? Un film serio? Un film drammatico? Si, è tutte queste cose messe insieme".
Giù la testa è un film storico, politico, romantico, idealista; un'analisi della ciclicità della storia umana, un film ambientato nel 1914 ma mai così attuale, nel 1971 (anno in cui venne realizzato) ed attuale tuttora.Sosteneva Sergio Leone: "In fondo Giù la testa che cos'è? E' un film politico? Un film comico? Un film farsesco? Un film serio? Un film drammatico? Si, è tutte queste cose messe insieme".
La trama:
Ambientato in Messico, il film ha per protagonisti due personaggi completamenti opposti: il primo è il dinamitardo irlandese John Mallory (James Coburn), reduce da una rivoluzione nella quale ha sempre creduto, un'idealista convinto nonostante la propria deludente esperienza personale (tradito dal suo migliore amico).
Il secondo è il peones Juan Miranda (Rod Steiger), uno che la rivoluzione la conosce benissimo ("Io ci sono cresciuto in mezzo alle rivoluzioni") e proprio per questo se ne tira fuori il più possibile. Juan è un materialista, un uomo senza patria e senza pricìpi, per il quale conta solo la sua famiglia e la possibilità di arricchirsi derubando gli altri.
I due si incontrano per caso ed ognuno vede nell'altro un mezzo per raggiungere il proprio scopo:
Mesa Verde per Juan, LA BANCA per eccellenza, preda improvvisamente facile da catturare grazie all'aiuto della nitroglicerina e della dinamite dell'irlandese; mentre per John l'obbiettivo è la Rivoluzione messicana e la liberazione dei prigionieri politici.
Una coppia voluta dal destino, come testimonia il loro stesso nome: Johnny & Johnny, fa notare giustamente Juan.
La strana coppia formatasi, si dimostrerà alla fine non così strana, ed i due personaggi si dimostreranno non così lontani l'uno dall'altro.
Il film:
Girato dopo la trilogia western chiamata "del dollaro" (Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più, Il Buono il Brutto e il Cattivo), Giù la testa sembra sottolineare come il ciclo western di Sergio Leone sia finito, per dare inizio ad un cinema più "impegnato", un cinema fatto di film che, attraverso le storie dei propri personaggi, ci mostrano spaccati della nostra società fatta di violenza e di illegalità, ma in cui sono onnipresenti due grandi tematiche del cinema Leoniano, l'amicizia e l'amore, come nel caso di Giù la testa e del successivo (capolavoro) C'era una volta in America.
Giù la testa apre con la citazione di una frase di Mao sulla rivoluzione che precede i titoli di testa ( La Rivoluzione non è un pranzo di gala, non è una festa letteraria, non è un disegno o un ricamo, non si puo' fare con tanta eleganza, con tanta serenità e delicatezza, con tanta grazia e cortesia. La rivoluzione è un atto di violenza) e questo sembra indicare subito quale direzione voglia prendere il film, dimostrando un tono piuttosto serio e severo, ma non è così. Subito dopo questa citazione, la prima inquadratura del film ritrae una colonia di formiche rosse sulla quale Juan espleta i suoi bisogni urinari, quasi a concludere la frase di Mao, e cioè "La rivoluzione è un atto di violenza... che ricade sempre sulla povera gente". Questo contrasto ideologico continua in parallelo per tutto il film, grazie alla fantastica caratterizzazione dei due personaggi antitetici di Juan e John e trova la sua massima espressione in quella che rappresenta forse la scena più significativa del film, il discorso di Juan sulla Rivoluzione:
Il film non ebbe un enorme successo al botteghino (bisogna pensare al coraggio di Leone di girare un film che in un certo qual modo mostra i due lati della rivoluzione, in un periodo storico, subito dopo il '68, fatto di scontri politici su tutti i fronti), ma con gli anni venne rivalutato da critica e pubblico.
Il segreto del successo come al solito è dato da diverse componenti: innanzitutto la maestria di Leone di raccontare la storia, sempre con quel tono di solennità che contraddistingue la sua regia (magistrali i flashback che rivive John).
Poi l'importanza della colonna sonora, come sempre affidata al maestro Ennio Morricone: indimenticabile il brano "Sean Sean". La musica diventa parte integrante del racconto, quasi elemento indispensabile per vivere appieno le emozioni dei personaggi.
Infine la bravura degli attori: James Coburn e soprattutto Rod Steiger danno uno spessore inimitabile ai loro personaggi. Da sottolineare l'interpretazione di Romolo Valli nella parte del Dottor Villega.
Per il pubblico italiano va evidenziata la presenza di due doppiatori eccezionali scelti per prestare la propria voce ai due protagonisti: Giuseppe "Peppino" Rinaldi per James Coburn (la voce storica di attori come Marlon Brando e Paul Newman) e Carlo "Carletto" Romano per Rod Steiger, doppiatore dalla voce inconfondibile che ha sempre donato simpatia a tutti i personaggi a cui ha prestato la voce.
Un film che consiglio a tutti, perchè principalmente è un film sull'amicizia, quella vera, che va oltre le diversità sociali, culturali, geografiche, politiche ed ideologiche, cheresta solida, nonostante i diversi punti di vista e che viene prima di tutto.
Ed eccolo l'incontro tra i due protagonisti: l'entrata in scena di James Coburn è una di quelle che ogni attore vorrebbe fare almeno una volta nella propria carriera. Indescrivibile è lo sguardo di Rod Steiger nell'osservare il dinamitardo irlandese ed ancora la sua reazione quando realizza che davanti a sè ha l'uomo che lo può aiutare a fare il colpo della vita, svaliggiare Mesa Verde, "non una banca, LA BANCA".
Il segreto del successo come al solito è dato da diverse componenti: innanzitutto la maestria di Leone di raccontare la storia, sempre con quel tono di solennità che contraddistingue la sua regia (magistrali i flashback che rivive John).
Poi l'importanza della colonna sonora, come sempre affidata al maestro Ennio Morricone: indimenticabile il brano "Sean Sean". La musica diventa parte integrante del racconto, quasi elemento indispensabile per vivere appieno le emozioni dei personaggi.
Infine la bravura degli attori: James Coburn e soprattutto Rod Steiger danno uno spessore inimitabile ai loro personaggi. Da sottolineare l'interpretazione di Romolo Valli nella parte del Dottor Villega.
Per il pubblico italiano va evidenziata la presenza di due doppiatori eccezionali scelti per prestare la propria voce ai due protagonisti: Giuseppe "Peppino" Rinaldi per James Coburn (la voce storica di attori come Marlon Brando e Paul Newman) e Carlo "Carletto" Romano per Rod Steiger, doppiatore dalla voce inconfondibile che ha sempre donato simpatia a tutti i personaggi a cui ha prestato la voce.
Un film che consiglio a tutti, perchè principalmente è un film sull'amicizia, quella vera, che va oltre le diversità sociali, culturali, geografiche, politiche ed ideologiche, cheresta solida, nonostante i diversi punti di vista e che viene prima di tutto.
Ed eccolo l'incontro tra i due protagonisti: l'entrata in scena di James Coburn è una di quelle che ogni attore vorrebbe fare almeno una volta nella propria carriera. Indescrivibile è lo sguardo di Rod Steiger nell'osservare il dinamitardo irlandese ed ancora la sua reazione quando realizza che davanti a sè ha l'uomo che lo può aiutare a fare il colpo della vita, svaliggiare Mesa Verde, "non una banca, LA BANCA".
4 commenti:
credo che sia uno dei post più belli che hai scritto fino ad oggi, c'è tutto l'amore per il cinema che sai provare..
Questo film mi fa pensare a Ezra Pound e William Carlos Williams, due amici per la vita, completamente opposte le loro visioni del mondo,della vita, della storia e della politica.
Ma pronti a dare la vita uno per l'altro. Guai a chi parla solo di Holliwood e dei suoi registi..hanno ancora molto da imparare..
Il blog è visitato anche da mia sorella che si interessa moltissimo di cinema, lo trova sempre fantastico.
Passa da me che c'è qualcosina per te. ciao
Buongiorno, è un piacere visitare il tuo blog. Ti ringrazio del gentile commento lasciato nell'aiuola.
Il cinema mi rapisce, ieri sera ho visto a casa "il segreto di Vera Drake".
un saluto
a.o.
@Neverland grazie del bellissimo complimento. Il parallello che hai fatto con Pound e W.C.Williams è incredibilmente adatto: l'amicizia che nasce tra i due personaggi è secondo me l'essenza principale del film di Leone.
@Irene ringrazia tua sorella da parte mia, e dille che i suoi commenti saranno bene accetti.
Passo subito da te a vedere.
@a.o. grazie a te di essere passata, sei la benvenuta ne "La Settima Arte".Il cinema rapisce sempre anche me.
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