domenica 29 marzo 2009

CineNews: The Expendables (I sacrificabili)

Mi tengo sempre aggiornato sui film in preparazione, su ciò che uscirà prossimamente nelle sale ma mi sono accorto che in realtà non c'era ancora nel blog uno spazio che dedicato ai "Coming Soon": ho deciso pertanto di chiamarlo CineNews e condividere così l'attesa di film che ci incuriosiscono e che magari, una volta visti al cinema, tornemo a commentare sul post a loro dedicato.

Voglio iniziare parlando di The Expendables il nuovo film scritto, diretto ed interpretato da Sylvester Stallone. Dopo aver riportato sul grande schermo i personaggi che lo hanno reso noto al pubblico di tutto il mondo, proseguendo le saghe di Rocky e Rambo, Sly torna a 62 anni più in forma che mai, di nuovo snello ad asciutto ( ma anche super tatuato), e lo fa in grande stile, per la gioia di tutti gli appassionati di action movies avendo scritturato per quest'ultimo film una lista incredibile di star.
Infatti è già confermata la presenza di Mickey Rourke, Jet Li, Jason Statham, Dolph "Ivan Drago" Lundgren, Eric Roberts uniti allo stesso Stallone. Sembrerebbe inoltre che ci sarà spazio per un cameo dell'amico, nonchè governatore della California, Arnold Schwarzenegger. Infine, dovrebbero prendere parte al progetto anche Sandra Bullock e 50 Cent, ma per ora si tratta solo di voci. Hanno invece rifiutato Jean Claude Van Damme, Kurt Russell e Sir Ben Kingsley. Forest Whitaker, inizialmente nel cast, sembrerebbe aver dovuto lasciare la produzione perchè il ritardo dell'inizio delle riprese gli avrebbe impedito di partecipare ad altri progetti accettati precedentemente.

C'è chi ipotizza, chi ironizza e chi spera, che Stallone possa scritturare anche Chuck Norris e Steven Segal, ma forse sarebbe davvero troppo, per tutti.

Il film, che narra la vicenda di alcuni mercenari che accettano un ultimo incarico, rovesciare un dittatore del Sud America, che garantirebbe loro una pensione d'oro, è previsto uscire nelle sale di tutto il mondo nel 2010.

Nell'attesa, ecco come il mitico Sly si sta preparando per il film:



In realtà avrei voluto pubblicare questo video, con la colonna sonora di Rocky IV ed in cui ci sono altre due immagini di Sly, ma la qualità video è di molto inferiore.

martedì 24 marzo 2009

Cinema Cult : Cantando sotto la pioggia

Cantando sotto la pioggia è un film del 1952 diretto da Stanley Donen e Gene Kelly ( che si occuparono anche delle coreografie ) ed interpretato dallo stesso Gene Kelly.
Il film è ambientato nel periodo del passaggio dal cinema muto al sonoro, alla fine degli anni Venti. Il protagonista, Don (Kelly), è un'acclamata star del cinema muto, con un passato di ballerino, musicista e stuntman, che non sopporta la sua partner sullo schermo, la bionda Lina Lamont (Jean Hagen). Con l'avvento del sonoro il produttore dei due decide di trasformare il loro ultimo film in un film sonoro, nonostante la voce cacofonica di Lina. L'intuizione di Cosmo, il migliore amico di Don, di trasformare il film in un musical facendo doppiare Lina dalla giovane Kathy (Debbie Reynolds), di cui Don si è nel frattempo innamorato, si rivelerà geniale. Ma Lina, infuriata per il trattamento riservatole e gelosa della storia tra Don e Kathy, si darà da fare per creare problemi ai due.
La scena che segue è la più famosa del film: a dir poco memorabile. Fu in realtà girata di giorno, l'effetto notte fu ottenuto ricoprendo la scena con dei teloni. Per la pioggia, fu aggiunto del latte all'acqua in modo che rendesse meglio sulla pellicola. Meravigliosa la scenografia, e la riproduzione di una strada di città.




Adesso confessate: quanti di voi non hanno canticchiato almeno una volta nella vita questo motivetto? E quanti non hanno, almeno una volta, giocato con l'ombrello sotto la pioggia, pestando le pozzanghere, proprio come Gene Kelly?

venerdì 20 marzo 2009

Gran Torino


Clint Eastwood torna a dirigere se stesso dopo Milion Dollar Baby e come sempre non smentisce le aspettative. Gran Torino tiene lo spettatore incollato alla poltrona dal primo all'ultimo secondo, catturando la sua attenzione per tutti i 116 minuti. Da tempo Eastwood ha dichiarato di voler smettere di recitare per dedicarsi soltanto alla regia: se così fosse, credo abbia concluso la sua carriera d'attore nel migliore dei modi.

La trama:

Eastwood interpreta Walt Kowalski un anziano americano d'origine polacca che ha appena perso la moglie. Walt è un veterano della guerra in Corea, burbero e razzista, che sfoggia la bandiera a stelle e strisce in giardino e non sopporta di vedere il proprio quartiere abitato da famiglie di asiatici di etnia Hmong. Le uniche sue passioni sono la birra, il suo cane e soprattutto la Ford Gran Torino del 1972 che custodisce gelosamente, ricordo del suo passato come operaio nella catena di montaggio della Ford.
La sua è una vita solitaria, non ha alcun rapporto né con i propri figli né con i propri nipoti, e cerca di tenere alla larga il parroco del quartiere che cerca in tutti i modi di confessarlo per mantenere la promessa fatta alla moglie. che verrà sconvolta dal suo giovane vicino Thao, che spinto dalla gang capeggiata dal cugino Spider, cerca di rubare la Gran Torino per entrare nella gang. Il ragazzo fallisce e di conseguenza subisce una violenta irruzione dei membri della gang. Sarò proprio Walt a difenderlo suo malgrado, salvando Thao dalla violenza del branco e ottenendo così la riconoscenza della sua famiglia. Da quel momento la vita del duro Walt subisce un brusco cambio di direzione.



Sergio Leone, che come tutti sanno lanciò Clint Eastwood con gli spaghetti western, disse di lui : "Ha due espressioni, quella col cappello e quella senza". Forse è vero, ma mai come in questo film l'espressione "senza cappello" poteva essere più adatta per il personaggio di Walt. Quegli occhi che esprimono cattiveria e disprezzo e la bocca, simile a quella di un cane che mostra i suoi denti, sono parte integrante di un personaggio bruto. Non a caso il cognome Kowalski è lo stesso di quel bruto di Stanley Kowalski interpretato magistralmente da Marlon Brando in Un tram che si chiama desiderio. Un personaggio che molto spesso rimanda alla memoria l'Ispettore Callaghan , del quale possiede non solo lo sguardo ma anche la prontezza di spirito,( anche se lo stesso Eastwood escluso il paragone), come nel caso della battuta pronunciata da Walt ad un gruppo di ragazzi neri: "Avete mai fatto caso che ogni tanto si incontra qualcuno che non va fatto incazzare?... Quello sono io"

Ad ogni modo, il meglio di sè il buon vecchio Eastwood lo dà ancora una volta dietro la macchina da presa, raccontando una storia che offre diversi spunti di discussione e approfondimento, dal razzismo alla guerra, dall'integrazione culturale ai valori universali di famiglia e amicizia, ed ancora la vecchiaia ed il senso di colpa, facendo emergere uno spaccato della società americana moderna.
Ne viene fuori un film che ci fa vivere diverse emozioni. E' possibile infatti dividere il film in 4 parti: la prima IRONICA, in cui è possibile conoscere il protagonista, un burbero che esaspera talmente la durezza del suo carattere da apparire quasi grottesco, la seconda parte POETICA con la dimostrazione di come l'ignoranza nei confronti di una cultura diversa non sia che un piccolo ostacolo da superare con facilità, la terza DURA come un pugno nello stomaco e la quarta semplicemente COMMUOVENTE.

Oltre che a dirigire ed interpretare il film, anche in questo caso Eastwood si è dedicato alla composizione delle musiche. In particolare la canzone dei titoli di coda è stata scritta da Eastwood con il figlio Kyle e Michael Stevens, ed è cantata da lui stesso e da Jamie Cullum. Considerando che molti di voi hanno già visto il trailer del film, preferisco pubblicare il video di questa fantastica canzone, intitolata appunto "Gran Torino".


giovedì 19 marzo 2009

E' morta l'attrice Natasha Richardson

E' scomparsa ieri a New York Natasha Richardson, a causa di un trauma cranico causato da un incidente avvenuto lunedi' in Canada mentre prendeva una lezione di sci. Poco dopo la caduta la Richardson aveva accusato una forte emicrania e le sue condizioni erano peggiorate rapidamente. L'attrice, figlia di Tony Richardson e Vanessa Redgrave, nonchè moglie di Liam Neeson, aveva solo 45 anni. Era nota al pubblico soprattutto grazie alle sue interpretazioni teatrali: nel 1998 vinse un Tony Award come miglior attrice per l'interpretazione nel musical Cabaret. In Italia è ricordata soprattutto per la sua interpretazione in Nell al fianco di Jodie Foster e Liam Neeson che conobbe proprio durante le riprese del film e che successivamente divenne suo marito. Hollywood e Broadway si stringono al dolore della famiglia (Natasha lascia due figli di 13 e 12 anni); a New York , ogni teatro ha abbassato luci ed insegne in suo onore.

domenica 15 marzo 2009

Ferruccio Amendola


Ferruccio Amendola nasce a Torino il 22 Luglio 1930 in una famiglia in cui si respira cinema: i suoi nonni ed i suoi genitori erano tutti attori (suo nonno era il regista/sceneggiatore Mario Amendola). A sua volta, Ferruccio ha poi continuato la tradizione di famiglia sposando Rita Savagnone (anche lei doppiatrice) e trasmettendo la passione per il cinema a loro figlio Claudio.
Ferruccio inizia la sua carriera di doppiatore molto presto, grazie soprattutto all'insegnamento della nonna, e lo fa prestando la propria voce niente di meno che al bambino di Roma città aperta.
La sua carriera di attore ha inizio invece due anni prima, nel 1943 con il film Gian Burrasca.
Nell'arco della sua lunghissima carriera ha interpretato circa trenta film tra cui La grande guerra al fianco di Sordi e Gassman e La Tosca di Luigi Magni, oltre che alcune serie tv e gli spot di un noto detersivo che hanno contribuito ad accrescere la sua popolarità.
Ma è soprattutto grazie al suo contributo al mondo del doppiaggio che Ferruccio Amendola resterà sempre nei nostri cuori, per aver prestato la sua fantastica voce ad attori del calibro di Robert De Niro, Al Pacino, Dustin Hoffman, Sylvester Stallone (questi i pricipali) ma anche a Christopher "Doc" Lloyd nel primo Ritorno al Futuro o Steve Martin ne Il mistero del cadavere scomparso ed ancora moltissimi altri, sia sul grande schermo che in tv (Bill Cosby ne "I Robinson" ma anche il cane Tequila nell'omonima serie). Molti lo ricorderanno anche come la voce del Commissario Girardi alias Tomas Milian, ma forse non tutti sanno che ha prestato la sua voce anche al Tenente Colombo.
E' incredibile in quanti film, italiani e non, soprattutto produzioni anni sessanta, è possibile sentire Amendola che doppia personaggi di passaggio, addirittura più di uno nello stesso film.
La sua caratteristica principale è stata la capacità di impostare la voce in modo diverso per ogni attore, al punto che è possibile, semplicemente ascoltando la sua voce, capire se l'attore doppiato sia De Niro piuttosto che Pacino o Stallone. Più volte ha dichiarato che il suo sogno era quello di doppiare De Niro ed Al Pacino nello stesso film, scommettendo che il pubblico non avrebbe confuso i due personaggi, e ci è andato vicino quando i due attori girarono Heat-La Sfida ma la produzione italiana non glielo consentì preferendogli per il doppiaggio di Pacino il comunque bravissimo Giancarlo Giannini (di seguito divenuto il suo doppiatore ufficiale).
Negli ultimi anni della sua carriera si è dedicato esclusivamente al doppiaggio, divenendo uno dei migliori direttori del doppiaggio e a mio avviso la miglior voce del panorama italiano.

Muore a Roma il 3 Settembre 2001 dopo una lunga malattia.

Se volete vedere l'elenco completo dei film doppiati o interpretati da Ferruccio Amendola, andate qui.

C'è un sito ufficiale www.ferruccioamendola.com che però non rende giustizia alla grandezza del personaggio.

Scegliere un solo filmato in cui Ferruccio ha doppiato Pacino piuttosto che De Niro o Hoffman o ancora Stallone è impresa ardua. Sono sicuro che per ognuno di voi è naturale associare il volto degli attori appena citati alla voce di Ferruccio Amendola ( quanto è strano adesso sentirli con un'altra voce), perciò ho scelto di pubblicare un video in cui l'unico attore è lui, un brano in cui Ferruccio interpreta (perchè di interpretazione si tratta) una poesia di Pablo Neruda rendendola semplicemente fantastica. La poesia si intitola "Se tu mi dimentichi" :





Grazie Ferruccio

venerdì 13 marzo 2009

Il doppiaggio: un'arte tutta italiana


E' da molto tempo che pensavo di iniziare una nuova rubrica dedicata al mondo del doppiaggio: un'arte tipicamente italiana, che da sempre divide due opposte fazioni, i favorevoli e contrari. C'è da dire infatti che, nonostante la scuola di doppiaggio italiana sia la migliore al mondo ed è per noi così naturale vedere i film stranieri doppiati in italiano, molti condividono il pensiero molto diffuso all'estero, secondo il quale è preferibile vedere i film stranieri in lingua originale, corredati di sottotitoli, perchè in questo modo è possibile apprezzare meglio l'interpretazione degli attori.
Personalmente trovo difficile schierarmi da una parte piuttosto che dall'altra in quanto se è vero che il doppiaggio fa parte ormai della nostra cultura cinematografica ed i nostri doppiatori sono per la maggior parte grandissimi attori, è pur vero che la nostra valutazione della performance di un attore è "viziata" dalla bravura del suo doppiatore. D'altro canto, se i sottotitoli aiutano a giudicare la bravura di un attore, allo stesso tempo vanno a discapito del film stesso, in quanto leggendo i sottotitoli è inevitabile non apprezzare in pieno la regia, la storia, la fotografia e tutti gli ingredienti di un buon film. E' anche per questo motivo che adoro i dvd: con un solo strumento è possibile apprezzare un film in lingua originale (magari con i sottotitoli) oppure doppiato dai nostri grandi doppiatori.
Per gli appassionati è facilissimo riconoscere la voce di un doppiatore, anche senza guardare lo schermo, e nonostante la maggior parte del pubblico italiano non conosca la fisionomia di un doppiatore, riconoscerebbe la sua voce in mezzo ad altre cento. Oppure provate a fermare qualcuno in mezzo alla strada e chiedetegli 5 nomi di doppiatori italiani famosi, nella maggior parte dei casi riceverete le solite 3 o 4 risposte, ma fate sentire la voce di un doppiatore alla stessa persona che avete fermato per strada e vi dirà subito: " questa è la voce di ......" , associando la voce del doppiatore a quella dell'attore.

E voi cosa ne pensate del doppiaggio? Siete favorevoli o contrari?

Nel prossimo post dedicato al doppiaggio che pubblicherò Domenica parlerò di uno dei più grandi e noti doppiatori italiani, sapreste dirmi di chi si tratta?

sabato 7 marzo 2009

Due partite

Tratto dall'omonimo successo teatrale di Cristina Comencini, interpretato da 4 delle 8 attrici del film (Ferrari, Buy, Massironi, Milillo) Due partite è un ottimo film che della pièce conserva molto, dall'uso di un'unica location (la sala da pranzo della casa del personaggio interpretato da Isabella Ferrari) al ritmo veloce e allo scambio di battute quasi interamente riprese dal copione teatrale.

La trama:
La prima parte del film vede come protagoniste quattro donne che si riuniscono ogni Giovedì a casa di una di loro per giocare a carte e condividere tra loro segreti e malumori della propria vita personale: Gabriella (Margherita Buy) ha rinunciato alla carriera di pianista per dedicarsi alla famiglia; Claudia (Marina Massironi) è consapevole che il marito la tradisce, ma preferisce pensare ai suoi tre figli, soffocando il proprio io a vantaggio di un'apparente vita felice; Sofia (Paola Cortellesi) è una donna cinica, sposatasi per riparare ad una gravidanza non voluta e che tradisce il marito con il quale non ha più alcun tipo di rapporto; ed infine c'è Beatrice (Isabella Ferrari), una donna ingenua, amante dei libri, innamorata di suo marito e in procinto di partorire.
Nella seconda parte, le figlie di queste donne, si ritrovano nello stesso appartamento una trentina di anni dopo: le problematiche sono apparentemente diverse, ma ognuna di loro ha inevitabilmente "ereditato" qualcosa dalle proprie madri. Sara (Carolina Crescentini), figlia di Grabiella, è una pianista di successo, ma che dedica poco tempo al suo compagno che la adora; Cecilia (Valeria Milillo) figlia di Claudia, tenta di tutto per avere un figlio; Rossana (Claudia Pandolfi) figlia di Sofia, un medico ossessionata dal marito che le ricorda sempre il suo ruolo di donna di famiglia; Giulia (Alba Rohrwacher) figlia di Beatrice, una ragazza sfiduciata dalla vita e dall'amore.


Devo dire che questo film mi ha molto sorpreso, non solo per il ritmo molto brillante (specie nella prima parte) e per le battute frizzanti, ma soprattutto per l'analisi della figura femminile che ne emerge. Ogni personaggio ha una caratteristica esasperata che lo contraddistingue dalle altre, in particolar modo nella prima parte del film: è possibile infatti distinguere la donna con i rimpianti per non aver seguito la sua passione, la donna che dedica la propria vita ai figli pur di dare l'apparenza di una vita felice, la donna emancipata che fuma e ha più amanti, e la donna che crede nell'amore e nella famiglia, personaggi degli anni sessanta, che hanno perfino timore di pronunciare certe parole, accomunate dall'essere in qualche modo vittime di una società maschilista. Per le quattro donne degli anni novanta la situazione è molto simile: cambiano i problemi, sono donne emancipate, moderne, che però subiscono ancora un certo disagio nel rapportarsi con l'universo maschile, anch'esso frustrato, turbato e cambiato, a volte perfino radicalmente, come nel caso di Sara, professionista di successo con un uomo apprensivo che si prende cura di lei, quasi ossesivamente.

A mio avviso la chiave del film è proprio qui: un film femminile ma non femminista (il personaggio maschile è nell'aria per tutto il film ma non compare mai, è la controparte del discorso ), una storia che ci mostra come sia cambiata la figura della donna nella società italiana, società purtroppo ancora troppo maschilista.

Un plauso particolare va alle attrice del film: le quattro attrici della versione teatrale si trovano del tutto a loro agio anche nella versione cinematografica ( simpaticissima Marina Massironi così come Valeria Milillo, bravissime Margherita Buy e Isabella Ferrari, entrambe in una veste insolita ), strepitosa Paola Cortellesi il cui talento non viene ancora sfruttato come si dovrebbe dall'industria cinematografica italiana ( forse perchè prettamente maschilista?), molto brava anche Carolina Crescentini, un pò in secondo piano la Pandolfi e la Rorhwacher, i cui personaggi sembrano poco approfonditi. Questo è forse l'unico neo del film: la seconda parte sembra solo accennata, non c'è un'analisi dei personaggi come nella prima parte del film ed il finale sembra girato un pò in fretta. Peccato. Nel complesso è comunque un bel film che consiglio a tutti, donne e uomini.

Il trailer:

domenica 1 marzo 2009

Comunicazione di servizio: soluzione ai lettori scomparsi dai blog



Nel post di oggi non parlerò di cinema ma di un problema legato ai disagi che nei giorni scorsi Google ha creato a diversi blogger: come molti di voi si saranno accorti, qualche giorno fa, diversi blog hanno perso un numero sconsiderato di lettori a causa del nuovo widget di Google Friend Connect, widget che Google ha sostituito automaticamente all'elemento Lettori. Lo scopo di questo post non è quello di parlare di questo nuovo widget, nè tantomeno di fare critiche al modus operandi di Google ( La Settima Arte si occupa di Cinema e basta), ma quello di informare i blogger che leggeranno questo articolo su come fare a comparire di nuovo nei blog che seguono. Personalmente, credo di aver perso, anche se solo apparentemente, solo un lettore, in quanto se non mi sbaglio ero a quota 23, ma allo stesso tempo ero scomparso dalla lista dei lettori di almeno 7 blog che seguo (ho infatti ricevuto diversi commenti da parte di blogger che mi informavano di non comparire più tra i propri lettori). Questa mattina ho deciso di dedicare un pò di tempo a questa cosa e mi sono accorto che, anche se non comparivo pubblicamente tra i lettori dei blog che seguo, risultavo comunque essere un "lettore" di tale blog. Dopo diversi tentativi ho realizzato cosa fosse veramente successo: con il passaggio al nuovo widget di Google, ero rimasto un lettore dei blog che mi interessano, ma ero divenuto un utente che segue in modo anonimo tali blog. Pertanto se anche voi siete apparentemente scomparsi dalla lista dei lettori dei blog che seguite, in realtà siete rimasti dei lettori anonimi di tali blog.
La soluzione è semplice e di facile applicazione
: basta andare sulla propria bacheca e nella sezione Elenco lettura, selezionare il tag Blog che seguo nel quale vengono elencati tutti i blog che seguite. Subito sotto questo elenco ci sono 2 tasti: Aggiungi e Gestisci, cliccando su quest'ultimo si aprirà una nuova pagina con il dettaglio di tutti i blog a cui siete iscritti. Accanto ad ogni titolo dei blog, troverete la parola Pubblico o Anonimo in base alla modalità secondo la quale state seguendo il rispettivo blog, ed ancora più a destra troverete il link Impostazioni: quindi fate click sulle rispettive Impostazioni dei blog che seguite in modo Anonimo e vi aprirà una nuova pagina nella quale, tra le altre cose, comparirà la dicitura " stai seguendo anonimamente ". Vi basterà fare click su anonimamente e , nella pagina che si aprirà, scegliere l'opzione "Segui in modo pubblico" e voilà, il gioco è fatto e siete tornati ad essere dei lettori che seguono in modo pubblico i blog a cui vi siete iscritti.
Spero di essere stato abbastanza chiaro nella spiegazione, è la prima volta che scrivo una sorta di guida per l'utente e pertanto se qualcosa non dovesse essere chiaro vi chiedo cortesemente di lasciare un commento e cercherò di aiutarvi (per quanto mi sia possibile), comunque credo basti seguire passo passo le indicazioni che vi ho riportato.
Spero che in questo modo possiate tutti tornare a comparire tra i lettori dei blog che seguite e allo stesso tempo recuperiate i lettori persi.

Appello ai lettori de La Settima Arte: vi prego di segnalarmi se non compaio più tra i vostri lettori o se voi stessi non riuscite più a comparire tra i lettori di questo blog.

A tutti buona Domenica.